Stress Lavoro-correlato


Prevenzione e valutazione dello
stress lavoro-correlato


"Cosa offriamo"

Il servizio offerto prevede un percorso di lezioni frontali (i cui tempi di attuazione verranno stabiliti con i committenti: sindacati, associazioni di categoria, aziende) che seguiranno il seguente programma didattico:

I Modulo

  • Disposizioni specifiche vigenti sullo stress lavoro-correlato
  • La modificazione delle dinamiche lavorative e il comportamento organizzativo
  • Approfondimento e individuazione dei fattori di rischio

II Modulo



  • Discrepanze in ambito lavorativo, fonti e dimensioni del burn-out
  • Riconoscere lo stress lavoro-correlato
  • Prevenire lo stress lavoro-correlato e agire sul burn-out nelle dinamiche aziendali
  • Gli interventi correttivi (rete, servizi sul territorio, professionalità a cui rivolgersi)
  • Gli approcci individualiorganizzativi e di comunità


Destinatari e obiettivi specifici e trasversali
  • Offrire ai Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS/RLST), ai datori di lavoro e alle aziende  la possibilità di acquisire conoscenze in merito alle dinamiche che caratterizzano lo stress lavoro-correlato. In modo da poter utilizzare mezzi adeguati per riconoscere e prevenire il rischio in ambito lavorativo
  • Favorire sensibilizzazione e prevenzione in merito al rischio stress lavoro-correlato
  • Approfondire gli aspetti psicologici riguardanti le organizzazioni e l'ambito lavorativo al fine di garantire una maggiore efficacia nella valutazione dello stress lavoro-correlato  
                                          
Presso i professionisti aderenti all'Équipe del Benessere Psicologico sono inoltre attivi i seguenti servizi:
  • Sportello per le problematiche relative allo stress lavoro-correlato 
  • Servizio di consulenza per le aziende, i datori di lavoro e i responsabili della sicurezza in merito alle disposizioni introdotte dal D.lgs. n.81 del 2008 
  • Valutazione preliminare dei fattori di rischio stress lavoro correlato

Per informazioni,  prenotare una consulenza individuale o richiedere l'attivazione del servizio 

- Dott. Santo Cambareri 
  Via Palmara Gallico 2/A
  89135 Reggio Calabria (RC)
  Tel. 327 1925003 
  dottcambareri.psi@gmail.com

Aderente alla Convenzione Nazionale tra: la Fondazione Consulenti per il lavoro, il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi e il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro


- Dott. Moira Casella
  Via Chiesa Vecchia, 12
  98050 Lipari (ME)
  Tel. 338 6350682
  moira.casella@hotmail.it


- Dott. Carmela Gratteri

  Tel. 349 8402190
  carmela.gratteri@hotmail.it
  Messina (ME) - Lamezia Terme (CZ)




Cos'è lo stress lavoro-correlato?

Secondo le attuali definizioni scientifiche, lo stress è “una reazione emozionale intensa a una serie di stimoli esterni che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva”. Il termine “stress”, largamente usato nel linguaggio comune con significati spesso in antitesi tra loro, è stato introdotto in biologia da W.B. Cannon ma ebbe una definizione univoca grazie a H. Selye: “lo stress è la risposta non specifica dell'organismo ad ogni richiesta effettuata ad esso” (1971). Secondo Selye lo stress non può e non deve essere evitato in quanto costituisce l'essenza stessa della vita, perciò non è una condizione patologica tout court, Lo stress viene considerato infatti come una sindrome di adattamento a degli stressor (sollecitazioni). Tutto ciò però non significa che esso non possa avere dei risvolti disadattivi o patologici, come nel caso in cui gli stimoli stressanti agiscano con grande intensità e per lunghi periodi. La reazione difensiva e adattiva è infatti caratterizzata da un'iniziale fase di allarme con modificazioni biochimiche e ormonali, da una fase di resistenza in cui l'organismo si organizza funzionalmente in senso difensivo e da una fase di esaurimento in cui avviene il crollo delle difese e l'incapacità di adattarsi ulteriormente.

Appare chiaro quindi che i risvolti negativi dello stress sono dettati da un fallimento delle strategie adattive. Ma quali sono i fattori che causano questo fallimento e soprattutto, un venir meno delle strategie adattive è imputabile esclusivamente agli aspetti della percezione degli eventi stressanti? Indubbiamente la valutazione soggettiva degli stressor rappresenta un fattore decisivo nel fronteggiare lo stress (inteso qui nell'accezione negativa di di-stress in contrapposizione all'eu-stress - attivazione fisiologica e adattiva). Lazarus (1966) , sosteneva infatti che “Qualunque evento ambientale è un potente agente stressante, ma nessun evento può essere considerato un agente stressante al di fuori della valutazione da parte della persona”. Il Modello Transazionale di Lazarus e Folkman, elaborato definitivamente nel 1984, oltre a considerare gli aspetti percettivi, pone però l'accento sui fattori ambientali. In quest'ottica “Lo stress è una transazione tra la persona e l'ambiente, nella quale la situazione è valutata dall'individuo come eccedente le proprie risorse e tale da mettere in pericolo il suo benessere”. Nell'ambito di queste definizioni prende corpo il concetto di coping che indica gli sforzi cognitivi e comportamentali compiuti da un individuo per fronteggiare situazioni stressanti che comportano sensazioni di minaccia, perdita o sfida per il soggetto stesso. Nell'accezione specifica delle teorie transazionali, il coping viene configurato come un processo dinamico che si pone a metà tra: la persona, con il suo insieme di valori, risorse e impegni e un evento con le proprie caratteristiche e costrizioni. Ecco che allora i fattori ambientali acquisiscono un fondamentale rilievo nel caratterizzare le strategie per far fronte allo stress. Si fa strada quindi il riconoscimento dell'importanza che le componenti relazionali e ambientali hanno sulle condizioni fisiche e psicologiche dell'individuo. Prendono corpo, seguendo l'impalcatura del modello bio-psico-sociale di Engel (1977), il concetto di stress psicosociale e organizzativo e la teoria domanda/controllo (Karasek, 1990) che si è occupato principalmente del ruolo svolto dalle caratteristiche del lavoro nel determinare stress e conseguenti effetti sulla salute. L'autore sostiene che la soddisfazione sul lavoro dipende dall'autonomia decisionale e che lo stress origina da valutazioni di carichi eccessivi di lavoro.
Individua così le variabili dell'organizzazione del lavoro sulle quali agire per ridurre lo stress:
  • La domanda lavorativa (carico di lavoro e intensa pressione temporale)
  • Il controllo lavorativo (quantità di potere discrezionale che un individuo può esercitare sul proprio lavoro)
  • Il sostegno morale (qualità dell'ambiente umano e relazionale nel contesto lavorativo, cooperazione nella risoluzione dei problemi).

Ricognizione sulle disposizioni vigenti e analisi della domanda

In accordo con la letteratura scientifica di riferimento le confederazioni sindacali europee ETUC, UNICE, UAPME e CEEP, hanno siglato, nell'ottobre 2004, un accordo quadro sullo stress nei luoghi di lavoro con l'obiettivo di aumentare la consapevolezza e la comprensione degli imprenditori, dei lavoratori e dei loro rappresentanti sullo stress da lavoro e di portare la loro attenzione sui segnali che possono indicare problemi relativi allo stress da lavoro. Secondo la direttiva CEE 89/391 tutti gli imprenditori hanno l’obbligo legale di proteggere la salute e la
sicurezza occupazionale dei lavoratori. Questo obbligo si applica anche ai problemi di stress da lavoro quando essi rappresentino un rischio per la salute e la sicurezza. Tutti i lavoratori hanno un obbligo generale di attenersi alle misure protettive determinate dall’imprenditore.
La gestione dei problemi di stress da lavoro può essere effettuata all’interno di un generale processo di valutazione dei rischi, attraverso una politica sullo stress separata e/o specifiche misure mirate
all’identificazione di fattori di stress. In Italia, la Commissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza sul Lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha stilato un documento in cui vengono esplicate le indicazioni per la valutazione dello stress in ambito lavorativo, in linea con la normativa europea e in attuazione delle disposizioni di cui all'Art. 6, comma 8, lettera m-quater e all'art. 28 comma 1 bis, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81 e successive modificazioni e integrazioni in cui viene specificato che la valutazione dei rischi in ambito lavorativo debba prevedere, tra gli altri, anche lo stress lavoro-correlato. Il documento in questione sottolinea che la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato è parte integrante della valutazione dei rischi e viene effettuata (come per tutti gli altri fattori di rischio) dal datore di lavoro avvalendosi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) con il coinvolgimento del medico competente, ove nominato, e previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS/RLST). La Commissione Consultiva Permanente evidenzia inoltre la necessità di indicare un percorso metodologico che permetta una corretta individuazione dei rischi da stress lavoro-correlato e indica delle linee guida per implementare questa fase preliminare. La prima fase di valutazione prevede la rilevazione di indicatori oggettivi e identificabili, ove possibile numericamente apprezzabili, appartenenti quanto meno a tre distinte famiglie



  • Eventi sentinella quali ad esempio indici infortunistici; assenze per malattia; turnover; procedimenti e sanzioni; segnalazioni del medico competente; specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei lavoratori. I predetti eventi sono da valutarsi sulla base di parametri omogenei individuati internamente all'azienda (es. andamento nel tempo degli indici infortunistici rilevati in azienda)
  • Fattori di contenuto del lavoro, quali ad esempio: ambiente di lavoro e attrezzature; carichi e ritmi di lavoro; orari di lavoro e turni; corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti
  • Fattori di contesto del lavoro, quali ad esempio: ruolo nell'ambito dell'organizzazione; autonomia decisionale e controllo; conflitti interpersonali al lavoro; evoluzione e sviluppo di carriera; comunicazione (es. incertezza in ordine alle prestazioni richieste)

Come specificato nel documento redatto dalla Direzione Generale della tutela delle condizioni di lavoro, la prima fase di valutazione potrà prevedere l'utilizzo di liste di controllo, applicabili anche dai soggetti aziendali della prevenzione, che consentano una valutazione oggettiva, complessiva e, quando possibile, parametrica dei fattori sopra elencati.
Ove dalla valutazione preliminare non emergano elementi di rischio da stress lavoro-correlato tali da richiedere il ricorso ad azioni correttive, il datore di lavoro sarà unicamente tenuto a darne conto nel Documento di Valutazione del Rischio (DVR) e a prevedere un piano di monitoraggio. Diversamente, nel caso in cui si rilevino elementi di rischio da stress lavoro-correlato tali da richiedere il ricorso ad azioni correttive, si procede alla pianificazione e all'attuazione degli opportuni interventi (organizzativi, tecnici, procedurali, comunicativi, formativi, ecc.). Ove gli interventi correttivi risultino inefficaci, si procede, nei tempi che la stessa impresa definisce nella pianificazione degli interventi, alla fase di valutazione approfondita.