"Marionette dal chirurgo bambini senza paura" - LA SICILIA del 4 febbraio 2013


LA RICERCA: Al Policlinico di Messina un metodo per superare lo stress dell'operazione


Nella foto in alto, da sinistra: la Prof. Francesca Cuzzocrea, la Dott. Carmela Gratteri,
la Prof. Rosalba Larcan, il Prof. Carmelo Romeo e la Dott. Moira Casella.
Sotto, uno degli spettacoli di marionette allestiti per i bimbi della
Chirurgia pediatrica

Alla fine l'orsetto Benny ce la fa: Scacciacoraggio non lo cattura e lui diventa un supereroe di quelli veri, con tanto di superpoteri e costume. Manidoro, Pisolino, Pizzichello e Barimbarello, la Mamma, marionette come lui, aiutano il cucciolo di orso a superare la preoccupazione per l'operazione chirurgica. La sua è una vittoria importante, perchè prepara quella dei cuccioli di uomo che, al Policlinico Universitario di Messina, saranno sottoposti a un intervento il giorno successivo alla rappresentazione. Assistere allo spettacolo dei burattini, infatti, consente ai piccoli di familiarizzare con la situazione che dovranno affrontare l'indomani, di padroneggiarla e abbassare i livelli di ansia limitando i disturbi che ne sono l'espressione. In più i bimbi-spettatori riescono a collaborare più efficacemente degli altri con l'équipe medica nella fase dell'induzione all'anestesia. Protagonisti di questa sperimentazione-esperienza sono stati 80 piccoli ricoverati nella clinica di Chirurgia pediatrica del Policlinico peloritano, seguiti dai medici e da tutto il personale della struttura, dagli psicologi del dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell'ateneo di Messina. Al momento, la preparazione dei bimbi con il ricorso alla rappresentazione delle marionette è "solo" uno studio, la cui efficacia però è stata saggiata dal confronto con i bambini raccolti in altri tre gruppi, avvicinati all'operazione attraverso altrettanti percorsi alternativi alla rappresentazione dell'intervento. Lo studio è stato anche pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Pediatric Anesthesia a firma dei professori Carmelo Romeo (direttore della clinica universitaria), Rosalba Larcan (coordinatrice dell'area psicologica), Francesca Cuzzocrea, Maria Cristina Gigliandolo, Nunzio Turiaco e Tiziana Dominici. Per affrontare gli stati di ansia sviluppati dai bambini tra i 3 e i 12 anni di fronte all'ospedalizzazione e all'intervento chirurgico, gli altri tre gruppi sono stati preparati, il primo attraverso giochi che prevedevano l'uso di strumenti medici e anestetici, il secondo con il gioco libero, il terzo con l'accompagnamento psicologico all'appuntamento col dottore. I risultato hanno confermato la migliore predisposizione dei piccoli preparati con le marionette e seguiti dagli psicologi, il Policlinico della città dello Stretto - anche per mezzo del chirurgo Manidoro, dell'anestesista Pisolino, dell'infermiere Pizzichello e del Barelliere Barimbarello - oltre a parlare ai bimbi lancia un messaggio ai medici di tanti reparti e perchè no alle direzioni sanitarie che hanno la responsabilità di appoggiare o meno questo genere di esperienze, anomale solo in superficie. Le marionette, insomma, non sono entrate per caso nella letteratura medica, ma perchè entrino nella pratica dei nostri ospedali occorrerebbe sganciare, oggi, la sanità da una rigida applicazione della spending review e dall'abitudine allo spreco di risorse (umane, economiche e professionali) e virare verso l'integrazione tra figure diverse. Del resto la consapevolezza che la salute non è una questione per soli medici è largamente condivisa anche tra i camici bianchi e l'esperimento portato a termine in riva allo Stretto e figlio di un filone della ricerca con radici salde e profonde, capace, nel rigore della scienza, di mettere al centro dell'azione diagnostica e soprattutto terapeutica non la malattia, ma i singoli pazienti e il loro mondo.

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